La camera lucida
La camera lucida, detta anche camera chiara, è uno strumento che, posto sull’oculare del microscopio, permette di vedere contemporaneamente il preparato e un tratto della superficie su cui appoggia il microscopio. Ponendo un foglio di carta su tale superficie è possibile riprodurre fedelmente un disegno del preparato senza allontanare l’occhio dall’oculare. Ogni importante costruttore di microscopi aveva il proprio modello di camera lucida e all’interno del Laboratorio di Istologia e Patologia Generale se ne avevano vari esemplari.
Uno dei modelli più utilizzati fu quello di Abbe, ideato intorno al 1882.
Ernst Abbe (1840-1905), professore di matematica e fisica all’Università di Jena, è conosciuto per aver ideato diversi dispositivi che perfezionarono l’uso del microscopio. A lui si deve il perfezionamento delle lenti e degli apparecchi ottici. Associatosi a Carl Zeiss nel 1875, assunse la dirigenza della società alla morte di quest’ultimo.
Lo strumento viene fissato al tubo ottico del microscopio tramite un anello dotato di una vite di bloccaggio. Al telaio che porta l’anello è incernierato un secondo anello cui è fissata, tramite viti, una scatola cilindrica che racchiude il cosiddetto cubo di Abbe formato da due prismi isosceli ad angolo retto saldati per le ipotenuse. L’ipotenusa del prisma superiore è argentata tranne che in una zona circolare centrale, di diametro pari a 1-2 mm, attraverso cui viene vista l’immagine microscopica senza pressoché subire perdite di luce. All’estremità di un braccio, orizzontale e solidale al telaio, è fissato uno specchio mediante un giunto girevole che permette di regolarne la posizione su di un quadrante graduato. La scatola cilindrica presenta un foro sulla parte esterna e in direzione dello specchio, in modo che i raggi provenienti da quest’ultimo possano raggiungere i due prismi. Sul secondo anello, in corrispondenza del foro, sono fissati tre dischi girevoli di vetro azzurrato che possono essere interposti sul cammino dei raggi provenienti dallo specchio per regolarne la luminosità. Guardando nella camera lucida è possibile vedere contemporaneamente sia l’immagine del preparato, attraverso la porzione non argentata del prisma, sia la superficie sulla quale si disegna, grazie alla riflessione sulla parte argentata del prisma e sullo specchio inclinato. Una volta fatto il disegno, la camera lucida poteva essere rovesciata all’indietro permettendo la normale osservazione attraverso l’oculare.